“Mercoledì 30 la mia attività chiuderà. Chiuderà il cancello ma i miei ricordi rimarranno nel mio cuore e dentro al negozio. Ripenserò al mio babbo alla mia mamma, quando tostavano il caffè. Ripenserò a tutte le risate che facevamo con gli amici, agli scherzi fatti con tanta goliardia. a tutti gli amici che non ci sono più e a quelli che ancora ci sono. La vita e questa con tanto pianto dentro di me dico grazie a tutti.
Vi vogliamo bene e rimarrete sempre nei nostri cuori.”
Ieri con queste parole, che non nascondono una profonda tristezza, Oriana Alessandrini ci ha annunciato la chiusura della sua Torrefazione Alessandrini, quella giù pel Fiorentino; quella che, il giorno della tostatura, inondava la strada fino alla Via Maestra, con l’aroma del caffè. Di certo è stata una decisione meditata.
Le manifestazioni d’affetto e di simpatia sono state numerosissime e tutte concordi nell’esprimere la loro tristezza nel vedere chiudere non un’attività commerciale ma piuttosto un’istituzione legata ai mitici Leda e Doriano che la iniziarono e ad Oriana e Graziano e tutta la famiglia che ce l’hanno conservata per tutti questi anni. Grazie!
Alcuni anni fa pubblicai nel mio blog fotografico un ritratto di Doriano.
<<Doriano Alessandrini era uno degli ultimi che sapeva parlare ‘n Borghese e non faceva nessuno sforzo. Per questa ragione lo chiameremo col suo vero nome: Doriêno.
Era il figlio di Duilio Alessandrini il fornaio di via Mazzini e della Maria Secca. Dato che c’erano molte Marie in giro, per meglio identificarle c’erano gli aggettivi aggiunti che precisavano chi fossero, con per esempio c’era la Maria Cocciaia, la Macellaia e cosi via, anche con soprannomi che non voglio usare per non offendere la memoria di nessuna.
I Taba, la famiglia di mia madre, erano molto amici con gli Alessandrini ed ho passato tante sere a veglia a casa loro. Mi ricordo quando si sposó con la Leda.
Doriêno era più giovane della mamma e lei da ragazzina lo usava per poter uscir di casa.
“Doriano piangi! Di che vuoi andare al cinema con me.” E lui si metteva a fare una gran bizza e non si calmava fin quando lo accontetavano, ed andavano al cinema. La mamma era contenta: per caso avrebbe incontrato il suo Beppe che per caso era già al cinema ad aspettarla. Non ho memoria del cinema di Marchino nella chiesa di Santa Chiara, ancora non c’era l’Iris e quindi niente piccionaia per pomiciarsi.
Doriêno era bravo, manteneva il segreto e non diceva nulla di questi incontri casuali della mamma.
Ogni volta che son tornato al Borgo la mia prima fermata d’obbligo era alla bottega di Paolo Massi, e poi l’invitante aroma della tostatura del caffé che risaliva su per la strada era inresistibile. La prossima visita era alla Torrefazione, e degustavo un ottimo caffé.
Doriêno mi parlava come se io non fossi mai andato via, come se mi avesse visto il giorno prima, e questo mi faceva piacere. Si arrabbiava con i politici ed gli amministratori vari e questo era normale.
Ora quando artorno al Borgo e non trovo ne’ Paolo e ne’ Doriêno.
Il Borgo mi diventa sempre più distante, il Borgo non é fatto di case, di strade, di piazze o di chiese, il Borgo è fatto di persone. >>
A questo mio ricordo voglio aggiungere.
Quando Paolo Massi venne a trovarmi negli Stati Uniti per la prima volta (1984) mi portò ‘na pagnotta de pêne e una confezione di caffè e mi disse che quando Doriêno apprese che era per me rifiutò d’esser pagato:
“Digli a Fausto che glielo mando io, ché n’America ‘n san mica fere ‘l caffè.”
Ogni volta che arrivavo in torrefazione la Leda e Doriêno mi offrivano un espresso. Il mia vano tentativo di pagare non dava frutti,
“Ma ‘n fere ‘l saleme, miqui ‘n se pega, si’ de chesa.”
Oriana e Graziano hanno seguito la tradizione e per questo li ringrazio non solo per avermi offerto il caffè ma per avermi fatto sentire de chesa.
Auguri!
Doriêno e Paolo, novembre 2000
Doriêno ed Aldo Dindelli analizzavano la situazione politica locale e mondiale ogni mattina incazzandosi con tutti ed offrendo soluzioni globali a tutti i problemi. Anche questa immagine è del novembre 2000 e forse i due compagnoni già programmano la messa in scena di “Elena di Troia”, epica rappresentazione che fece tanto ridere i Borghesi che ne sentii l’eco fino ‘n’America.
Per chi volesse rivedere le gloriose e ribalde avventure di Elena un po’ cialtrona ecco il sito.
Aldo (Elena), Doriano (Omero) e tutti e ripeto tutti sono semplicemente epici, mitici!
Elena di Troia, rappresentazione del 5 dicembre 2001
Marblehead 25 settembre 2015
Ho recentemente pubblicato il libro “M’Arcordo…Storie Borghesi” che può essere acquistato nelle librerie di Sansepolcro, eccetto una.. Questo è un breve filmato dell’inizio della presentazione del libro avvenuto nella sala consiliare (quella che io chiamo “sala del biliardo”) del Comune di Sansepolcro, 25 aprile 2015.
video presentazione del libro M’Arcordo…
Il mio blog fotografico https://1dailyphoto.wordpress.com/
E questo è il sito dedicato al http://il-dottore-fotografo-alla-grande-guerra.com/
Rispondi