159 Non M’Arcordo.. della Repubblica Romana.

Amo leggere libri di Storia. Quando lessi “Garibaldi and the Defense of the Roman Republic”, il primo volume della trilogia dedicata al Generale, scoprii tutto un periodo palpitante di vita e di passioni, di eroi e di briganti. La Storia, che non va confusa con la memoria, la lascio agli storici, quelli veri. Io mi accontento di raccontare storie, faccio del mio meglio per non narrare fandonie. C’era una vecchia frase del mi’ babbo: “io ve la dico come me l’han detta e se m’han detto ‘na bugia io ve dico ‘na bugia”.

Son convinto nell’affermare che la storia, il conseguirsi di eventi di tutti giorni, grandi e piccini, la facciamo noi; siamo noi, tutti noi, ognuno offre il suo contributo, siamo tutti attori, e non comparse. Quando si studia la Storia, i cosiddetti grandi eventi con i grandi personaggi, ci sentiamo messi da parte, possiamo solo timidamente guardare e magari cercare di capire il perché; questa volta siamo gli spettatori e magari, qualcuno come me, vorrebbero esser stato testimone che cerca di sapere, di capire quello che veramente successe quel fatidico giorno lontano.   

Provo, per quanto mi sia possibile, di non giudicare l’operato di chi ci ha preceduto, questo non mi previene di avere le mie idee, opinioni e con queste vengono i miei pregiudizi. L’errore più comune in cui cadiamo è quello giudicare l’operato di gente che ha vissuto in altri tempi, in un contesto storico diverso del nostro che appena conosciamo; e la gran differenza è che noi sappiamo come poi è andata a finire. Questo ci permette d’avere una conoscenza storica, una percezione differente e cerchiamo spesso nella Storia di trovare le prove che quello in cui noi crediamo sia giusto. Alla fine è facile trovare le risposte di quello che volevamo comprovare sin dall’inizio, ovvero affermare:

“Avevo ragione io!”

Siamo tutti colpevoli d’un peccato di presunzione, vogliamo tutti aver ragione.

Alla fine ho fatto tutto questo prologo per poi porvi solo una domanda:

“C’è un evento storico di cui vorresti esser stato testimone?” Io ne ho due. Il primo, la presa della Bastille, ma come semplice testimone che guarda il tutto da lontano, ma sente le grida della gente. Il secondo è la Proclamazione della Repubblica Romana del 1849, di cui oggi 9 febbraio è l’anniversario. Questo caso e differente, infatti avrei voluto poi essere attivo partecipe degli eventi che seguirono, anche se so come andò a finire!

E proprio questo mio specifico interesse è stata l’ispirazione, la ragione del mio scrivere il romanzo “L’Adele e Thaddeus”. Descrivendo le avventure e le passioni dei miei eroi, giovani, belli e coraggiosi, ho cercato di rivivere uno storico evento, utilizzando tutto quello che sapevo in proposito ho avuto l’illusione d’esserci. Vivevo un M’arcordo… di qualche cosa che non è mai esistito, ecco il potere dell’immaginazione.

Allora oggi è l’anniversario della Proclamazione della Repubblica, quella con una Costituzione con articoli all’avanguardia per quei tempi, come il diritto di voto a tutti i cittadini. anche le donne potranno votare, passeranno 97 anni prima che lo potessero fare. Si, avrei voluto essere presente al giubilo generale della ritrovata libertà e con l’ottimismo, l’entusiasmo sostenere la difesa della Repubblica fino alla fine e con Thaddeus seguire la legione garibaldina nella sua spedizione verso la Toscana, verso Venezia. Futile esercizio d’immaginazione, io so come andò a finire, male, nelle paludi di Comacchio.

Ma a Sansepolcro come arrivò la notizia di quello che era successo?

“A Roma hanno proclamato la Repubblica!”

Questo fu l’appello, la chiamata alle armi. Dopo il ’48, anno burrascoso per dir poco, i Borghesi repubblicani decisero subito di partire, forse si riunivano nella farmacia di Antonio Gigli.  E a piedi raggiunsero Roma, forse qualcuno si era procurato un cavallo e poi ritornarono a Sansepolcro per essere arrestati dalle autorità granducale, essere stato un soldato della Repubblica Romana era un reato.

Questa è la lista degli accusati e delle loro condanne. Le più severe sono quelle da scontare nella fortezza di Piombino, quella con le celle che si allagano con la marea, due volte al giorno. Il 64enne farmacista Antonio Gigli si prese 18 mesi. Sopravvisse?

Nella lista manca Giuseppe Barni, lei era morto a Roma, forse combattendo a Porta San Pancrazio.

La lapide commemorativa che ricorda il passaggio di Garibaldi il 27 luglio 1849 sulla facciata della casa cantoniera lungo la strada di Bocca Trabaria, sopra San Giustino in Umbria, ci ricorda che “i reduci volontari di Sansepolcro quarant’anni dopo questo ricordo posero”. Furono loro che pagarono per il marmo.

Un reverente ricordo a tutti quei volontari, ma non ci fu forse qualcuno che scrisse una memoria? Un M’Arcordo?

Fausto Braganti

9 febbraio 2022,

Marblehead, USA

Il libro “M’Arcordo…Storie Borghesi” può essere acquistato nelle librerie di Sansepolcro.

Questo è un breve filmato di Pascale dell’inizio della presentazione del libro avvenuto nella sala consiliare (quella che io chiamo “sala del biliardo”) del Comune di Sansepolcro, 25 aprile 2015.

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