091b M’Arcordo… i cent’anni del Maestro Guerri
Il cimitero di Pieve alla Sovara, nella valletta dietro Anghiari, è piccolo. Quando mi fu detto che quello sarebbe stato il luogo della sepoltura del Maestro Guerri non sapevo neanche dove fosse.
<< Caro Maestro Guerri,
oggi avremmo voluto festeggiare con Lei i suoi 100 anni ma qualcosa ė andato storto. Quel piede ormai alzato sull’ultimo scalino del centenario è rimasto a mezz’aria. Al mondo ci sono persone che impiegano 100 anni per morire, ma in effetti non hanno mai vissuto: Lei ha vissuto 100 anni. Ci mancheranno le visite che Le facevamo duranti le quali non perdeva occasione per insegnarci ancora qualche cosa. Certo non vogliamo dire che lei fosse un uomo senza spigoli nè glorificare, ora, la sua persona solo perchè non è più con noi: noi Le abbiamo voluto bene e basta.
É entrato nelle nostre vite che eravamo dei bambini al loro primo giorno di scuola e ci ha accompagnato negli anni della fanciullezza verso un mondo che si stava trasformando, insegnandoci quei principi che in seguito hanno inspirato la nostra vita di cittadini. Ci ha allietato con le sue poesie argute e piene d’ironia che ad ogni visita ci dedicava come originale benvenuto e non ci ha fatto mai mancare il piacere di starLa ad ascoltare.
Ha affrontato le novità diventando a quasi 90 anni un avido consumatore di moderne tecnologie senza mai abbandonare il profondo rispetto per le tradizioni linguistiche italiane di cui è stato sempre uno strenuo difensore, confrontandosi con studiosi e letterati e meritandosi il titolo di “Il Maestro centenario che difende l’italiano” sull’articolo che LA NAZIONE le dedicò un anno fa. Cosa direbbe oggi a proposito delle polemiche sul 150° dell’Unità d’Italia? Noi abbiamo la presunzione di conoscere la sua opinione.
Non possiamo qui ricordare tutti i singoli episodi della nostra vita di alunni, ma crediamo sufficientemente significativa la frase che uno di noi scrisse qualche tempo fa per un “M’Arcordo…”:
“Qualsiasi cosa io facessi, o di buono o di cattivo, ‘l mi’ babbo lo sapeva subito: ‘na bella fregatura!” da ragazzini ci sembrava una fregatura, ma quanti maestri oggi sono capaci di fare altrettanto?
Ciao Maestro! Te ne sei andato in silenzio con la stessa dignità con la quale hai vissuto; siamo certi che qualcosa t’inventerai ancora pur di sentirti vivo.
Con tutto il nostro affetto, GRAZIE!
I tuoi alunni
Sansepolcro, 15 febbraio 2011 >>
Assieme ad un piccolo gruppo di vecchi scolari, vecchi anche d’età per davvero, sono andato a fargli una visita. C’era qualcuno che sapeva la strada.
Appena dopo la porta sulla destra abbiamo trovato la sua tomba, semplice e con inscritta una delle sue poesie, di certo da lui scelta per ricordarcelo nel tempo come maestro e poeta.
Non abbiamo fatto discorsi e tanto meno detto preghiere, non sarebbe stato contento. Pietro ha avuto la buona idea di portare una bottiglia di spumante e ci è sembrato doveroso brindare al suo compleanno mancato. Eravamo tristi di non sentire la sua voce, di vederlo bere con noi. Ed alla fine con un gesto da rito pagano abbiamo versato un goccio di vino sulla tomba, son convinto che ne sarebbe stato contento.
Nel piccolo cimitero, accanto alla tomba del maestro c’è quella che sembra d’un bambino/a con la scritta in arabo “bismillah ar-arhmani ar-rahim” che vuol dire “In nome di Dio, il clemente e il misericordioso”, che e’ anche l’inizio della fatiha, la sura di apertura del Corano. Strano che non ci sia il nome del bambino, solo una data. Ma come è arrivato al cimitero di Pieve alla Sovara?
Come in quell’augurio espresso alla fine della partecipazione vogliamo sperare che il maestro inventerà qualcosa per sentirsi vivo: insegnerà al bambino l’italiano e lui imparerà l’arabo.
PS: ringrazio la Sara Biagioli per la pronta traduzione della scritta in arabo.
9 marzo 2011, Marblehead, MA USA
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