Ma da ‘ndo ‘ncomincio?
Elio non era del Borgo. Un giorno, penso verso la fine degli anni ’50, quando da tempo era iniziato un periodo di espansione delle Buitoni, arrivò a Sansepolcro un baldo giovane con la valigia in mano, era pieno di entusiasmo, pronto a lavorare. Veniva da Fermo ed anche se avrebbe poi vissuto al Borgo per il resto della sua vita, per più di sessant’anni, ancora si sentiva nel suo parlare un leggero accento marchigiano.
Quelli furono gli anni della rapida crescita della Buitoni. Come prometteva il gran cartellone pubblicitario a quelli che arrivavano a Sansepolcro: “da qui … in tutto il mondo”; ma per Elio fu differente, quello per lui fu un punto d’arrivo e ci restò. Mi domando, ma a chi venne in mente quello slogan? Favoloso. A differenza di oggi il glutine allora non era nocivo, anzi, faceva bene, aiutava i bambini a crescere belli, forti e soprattutto intelligenti.
Elio faceva parte d’un gruppo di giovani tecnici che arrivarono per sostenere questo sforzo che portò al successo, infatti ne ricordo un altro, Riccardo Calamandrei, mi pare che venisse da Bologna. Loro avrebbero sostituito e continuato il lavoro di quelli che si avvicinavano alla pensione e fra questi mio padre, naturalmente lui non era contento, vedeva che il suo tramonto si avvicinava.
Volendo usare una drammatica espressione possiamo dire che anche Elio fu parte degli “eroi che fecero l’impresa”.

Erano loro quelli, che con l’aiuto di centinaia di operai/e facevano la pasta, e sapevano come farla buona. Poi c’erano gli altri che la pubblicizzavano, che la vendevano, che tenevano i conti e che la trasportavano e che assicuravano che la massaia napoletana, o valdostana o veneziana avesse sempre nella sua dispensa una bella scorta di spaghetti, 72 naturalmente.
Pochi giorni fa mi è arrivata la triste notizia della morte di Elio, eran passati solo sei mesi dalla scomparsa della sua amata moglie, la Magda. Dopo il primo emozionale impatto di sapere che un carissimo amico se n’era andato, di sentire il vuoto della sua scomparsa, ho ricordato, mi son balenati in mente, eventi e persone che hanno lavorato con lui, e il primo naturalmente è stato mio padre. Elio, persona sempre molto rispettosa, quando parlava di lui lo chiamava sempre il “Sor Braganti”.
In più d’una occasione mi ha detto:
“Tutto quello che ho imparato, che è importante sapere, me l’ha insegnato il sor Braganti.”
Come sapete abito negli Stati Uniti, ma ci sono stati altri Borghesi che mi hanno preceduto, siamo un popolo di girelloni, uno di questi fu Mario Giannini, il figlio di Sostegno, vecchio meccanico della Buitoni. Il figlio Mario era un vero ingegnere, avrebbe precisato con enfasi il mi’ babbo ed io sapevo a chi si riferiva.
“Mario ha studiato e si è laureato al Politecnico di Torino.”
Forse il babbo sperava che io seguissi le orme di Mario e studiassi da ingegnere, ma non me lo ha mai detto.
Mario dopo alcuni anni di lavoro nello stabilimento di Sansepolcro a metà degli anni ’50 parti per gli Stati Uniti, nello stabilimento Buitoni di Hackensack, New Jersey avevano bisogno di lui. Dopo la Buitoni e varie peregrinazioni andò a lavorare nello stabilimento di Prince Spaghetti a Lowell, Massachusetts, non lontano da dove abito. Occasionalmente ci siamo poi incontrati e quello che mi sorprese molto fu il fatto che Mario con me parlava in Borghese stretto, mentre poi cambiava se si rivolgeva ad un altro italiano. In casa con la moglie e la suocera parlavano solo in Borghese in una maniera che non credo ci fosse più nessuno a Sansepolcro. Fui sorpreso.
Un giorno Mario mi telefonò e mi invitò a pranzo.
“… e ci sarà una sorpresa!”
E sorpresa ci fu. Non lontano dal pastificio Mr. Pellegrino, il proprietario, aveva voluto un ristorante italiano, il Grotto, una specie di trattoria con un portico e decorazioni che dovevano far credere al cliente d’essere lungo la Costa Amalfitana. Credetemi, non ci può essere nulla di più remoto dalla vecchia e decrepita città industriale di Lowell alla Costa Amalfitana. In un angolo c’era una specie di gazebo riservato ai dirigenti dello stablimento e ai clienti speciali, dove sapevo che avrei trovato Mario. Da Lontano vedevo che c’era qualcuno con lui, ma non potevo capire chi fosse, vedevo solo le spalle.
Si, ci fu una sorpresa, una bella sorpresa!
Riccardo Calamandrei si alzò e mi abbracciò calorosamente. Naturalmente si parlò di Sansepolcro dei vecchi tempi, della Buitoni e dei colleghi. Mario e Riccardo fecero gli elogi di mio padre, e mi sentii soddisfatto che usarono le stesse parole di Elio:
“Tutto quello che ho imparato, che è importante sapere nel fare la pasta, me l’ha insegnato il Braganti.”
M’arcordo… che uno dei due, ma non ricordo chi, menzionò Elio e che ogni volta che tornava al Borgo gli riportava delle bottigline mignon.
“Anch’io! Ma certe volte cerco di portargli delle lattine della birra, della Coca Cola, ecc.” fu la mia risposta.
Dopo questa divagazione ritorniamo ad Elio
Spesso si discute chi è veramente Borghese, un Borghese DOC.
“Ma sei nato entro le mura?”
Come se questo bastasse, come fossimo l’aristocrazia dell’Ancient Regime che si attaccava disperatamente ai propri privilegi. Usando questo criterio io sarei al pinnacolo della classificazione, infatti son nato in casa, anzi palazzo, in Via Roma 1, (oggi Via Matteotti) ovvero il Palazzo delle Laudi, il Comune, si so’ nato nell’ufficio del segretario comunale.
Ma poi io son partito e son passati quasi sessant’anni.
Elio fece il percorso al contrario, e lui al Borgo ci venne, divenne un Borghese a pieno diritto, senza mai dimenticare che veniva da Fermo. Si fidanzò e si sposò con la Magda, una bella citta del Borgo e questo consolidò ancora di più il legame col paese. Fra le sue tante collezioni aveva tutto quello che era stato pubblicato a proposito di Sansepolcro, libri, brochure e manifesti; si teneva aggiornato e ne era fiero.
Diciamo che Elio era diventato un Borghese adottato e conosciuto da tutti, mentre io era passato ad essere un Borghese da lontano e son sempre meno quelli che si ricordano di me, è una questione d’età.
Elio presto divenne conosciuto come un attento collezionista; Elio aveva sbagliato, invece di lavorare e controllare i cassoni del glutine (quando questo era ancora di moda e faceva bene) e se la temperatura dei forni della pasta era corretta e così via, avrebbe dovuto lavorare in un museo. Non ci vuole molto a immaginarlo classificare monete romane, mettere in ordine bacheche piene di lanterne e lacrimato etruschi.
Non andai al matrimonio di Elio e Magda, quella domenica di settembre del 1961 c’era il Palio della Balestra. I giovani sposi abitarono poi nell’appartamento sopra quello dei miei genitori. Iniziò così una relazione ancora più stretta.

Questa vicinanza mi diede modo di vedere il crescere delle sue collezioni. La prima, e credo che fosse la sua favorita, era quelle delle piccole bottigline di liquore, credo che si chiamino mignon. Aggiungeva sempre nuovi scaffali per sistemare le nuove acquisizione, ed anche io, nel mio piccolo, divenni un complice, contribuivo nella ricerca di pezzi nuovi e rari. Ogni volta che tornavo a visitare mia madre avevo sempre qualcosa per lui. Poi collezionava tazzine da caffe, le lattine della birra della Coca Cola di vari paesi e così via. Aveva gran libroni dove scriveva tutto e classificava tutti gli pezzi, era preciso, carattere d’archivista.
Certe volte, se passavo davanti alla porta della cantina aperta entravo e ripetevo sempre la stessa battuta, scontata:
“E’ l’ora dell’aperitivo! Che mi offri?”
Lui sorrideva,
“Ma come è possibile, avrai pure dei doppioni non di gran valore, beviamoli.”
“Si, l’aperitivo te lo offro, saliamo su, all’appartamento, conosci il mio bar.”
Conclusione, non ho mai bevuto una delle sue mignon.
Anche io, come tanti bambini privilegiati d’un tempo, sono cresciuto forte(?) bello(?) e intelligente(?) mangiando la Pastina Glutinata Buitoni dall’alto valore nutritivo, nel mio caso non ha funzionato del tutto bene, son rimasto bassotto. Poi il glutine rapidamente è passato di moda, è diventato nocivo, è stato messo all’indice. Certo ci sono quelli, una minoranza, che sono allergici al glutine e mi dispiace per loro. Una volta chiesi ad Elio come veniva estratto il glutine. Per anni estrarre il glutine era stata una delle sue specifiche responsabilità, e controllarne le qualità e mi diede una dettagliata descrizione dei vari passaggi fin quando il prodotto finale riempiva dei vasconi di cemento, che ricordo d’aver visto da piccolo.
Son passati gli anni e quando la salute di mia madre cominciò a deteriorare, sono stati proprio Elio e la Magda ad offrire il loro generoso aiuto. Io che stavo lontano, anche se negli ultimi tempi della sua malattia cercavo di tornare al Borgo una volta al mese, era soprattutto Elio che era presente ogni giorno per aiutarla, come fosse un figlio.
Era il 1987 e fu lui che mi telefonò, ero a Roma per lavoro, e mi disse:
“Vieni subito, c’è stata una crisi.”
E quella sera morì.
Dopo la morte di mia madre, l’appartamento fu affittato ed Elio divenne l’amministratore, puntuale, preciso. Era lui quello che combatteva con l’inquilina refrattaria. E si arrabbiava tanto per i pagamenti ritardati. Lui che abitava al piano superiore vedeva e soprattutto sentiva tutto.
Poi nel 2011 vendetti l’appartamento e Elio mi aiutò a svuotarlo e non fu una cosa semplice, non entro nei dettagli. In una forma. direi meno grave, anche io soffrivo e soffro ancora della sindrome del collezionista, non posso buttar via nulla. Ed Elio in quei giorni aggiungeva alle sue collezioni quello che io non potevo portar via.
Ogni volta che torno al Borgo ho una lista di amici da visitare, devo sapere le ultime notizie, essere aggiornato e i pettegolezzi? La lista diventa sempre più corta.
La Magda ha preceduto Elio lo scorso giugno e ora anche Elio se n’è andato.
Mi mancheranno molto quelle visite, quelle chiacchiere fatte intorno alla tavola della loro salotto, magari bevendo una tazzina di caffe, naturalmente non una tazzina qualunque, per me qualche pezzo raro della sua collezione. Come nella foto, non è da tutti avere la tazzina col Duca di Montefeltro.
E ora anche Elio se n’è andato,

Ciao Elio!
Foto di Tanya Braganti, 2007
Fausto Braganti
23 gennaio 2022,
Marblehead, USA
Il libro “M’Arcordo…Storie Borghesi” può essere acquistato nelle librerie di Sansepolcro.
Questo è un breve filmato di Pascale dell’inizio della presentazione del libro avvenuto nella sala consiliare (quella che io chiamo “sala del biliardo”) del Comune di Sansepolcro, 25 aprile 2015.